domenica 18 gennaio 2009

Di gossip sotto le macerie e irriducibili stalker

Mentre a Gaza i bombardamenti continuano, e nella cat chat abbiamo ormai perso completamente contatto con i gatti palestinesi dopo le loro prime strazianti corrispondenze dei giorni scorsi, in Italia il culto della personalità del mio compagno non ha receduto nemmeno di fronte alla guerra e i giornali hanno seguitato a tappezzarsi le prime pagine con la cronaca in tempo reale dei suoi rapporti di amicizia con Tizio e Caio. Con tutto lo zelo con cui seguono queste minuzie da gossip, sembra che i giornalisti italiani stiano facendo a gara in vista di una domanda di assunzione come corrispondenti dal Grande Fratello.

Hanno montato un caso su una presunta discordia fra lui e il suo fedelissimo camerata Fini, solo perché costui ha preso troppo alla lettera le indicazioni di Telesina di mostrarsi un po' più indipendente come presidente della Camera le prossime volte in cui ci sarà da votare la fiducia su una legge. Così, mentre in Medio Oriente si estraevano corpi dalle macerie, i giornalisti nostrani ci informavano che il mio coinquilino non parlava a Fini da giorni e che non era neppure andato a bere il caffè con quell'altro suo amico un po' grottesco.

Giustamente poi il mio compagno se la prende, perché si afferma l'idea che egli pensi solo alla sua cerchia di amici e ignori i conflitti internazionali. Invece un piano per la crisi di Gaza lo ha pensato: invitare subito i più influenti membri del governo israeliano e di Hamas in Italia per una visita guidata alle bellezze artistiche e muliebri del paese. È convinto che in questo modo, fra perle architettoniche e femmine succulente, nel giro di un paio di settimane i contendenti si addolciranno, e anzi chiederanno asilo nella sua villa in Costa Smeralda.

Peccato che l'onnipresente Telesina abbia cassato anche questa sua idea. Ormai sembra che il mio amico non possa più fare un passo senza che questo suo tutore non abbia prima dato il proprio assenso. Certo è un consigliere capace, ma è anche asfissiante. E non è nemmeno vero che le imbrocchi tutte. Un esempio si è avuto sulla riforma della giustizia. Ora che il mio amico, oltre ai voti di Casini, si è garantito sottobanco anche quelli di Rutelli, la collaborazione di Veltroni per la riforma è divenuta superflua e il mio compagno vorrebbe finalmente liberarsi di questo stalker amoroso che, per uno scompenso affettivo dovuto ai maltrattamenti cui è soggetto da parte di
baffino e soci, si è attaccato al mio compagno come un cane abbandonato e non sa più cosa inventarsi per compiacerlo.

Telesina ha allora suggerito di annunciare una riforma raccapricciante, giusto per smarcarsi dall'appassionato. E così si è data in pasto ai giornali la bufala della banca dati del ministero della Giustizia a cui le procure d'Italia dovrebbero inviare tutte le notizie di reato. Ma è stato un buco nell'acqua. Veltroni non ha commentato pubblicamente la notizia, ma ci ha mandato un biglietto della sua ultima campagna elettorale, col suo sorriso pacione e, sotto una scritta inquietante, la frase: "si può fare".

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