domenica 22 novembre 2009

Il piano B

Sempre chiusi in casa, per lo più soli, io e lui. Ormai fanno due settimane di convivenza forzata in un clima opprimente di paranoie persecutorie, monoloqui da redde rationem, onanismo pneumatico davanti ai video di antiche orgette e ai filmini degli amorosi vertici dell'era Bush, quando ancora la politica era una cosa seria, si esportava la democrazia in Iraq senza preoccuparsi troppo di quella di casa propria, e i rivoluzionari del diritto non avevano ancora realizzato il golpe per sovvertire la volontà del popolo sovrano.

Di buono c'è che almeno siamo usciti dal bunker per tornare nel palazzo del piacere. Una scorta messaci a disposizione da don Maccieddu, il capo mandamento di Palazzo Madama, ci ha aperto un corridoio fra gli assedianti, la torma dell'urbe: disoccupati senza speranza, studenti senza fondi, magistrati senza processi, oppositori senza manifestazioni, corrotti senza corruttori, aspiranti leader senza partito, aspiranti partiti senza leader, burocrati senza poltrona, titolari di social card senza ricarica. Tutti delusi, tutti con la stessa faccia tetra rivolta unicamente verso di lui, in attesa del miracolo promesso e mai successo, foss'anche quello tardivo di una sua vacanza vitalizia sotto i palmizi di un paradiso tropicale.

Ne avevo già parlato in passato e lo confermo: sono mesi ormai che papi sta lavorando segretamente al "piano B", che scatterebbe nel caso in cui egli non riuscisse a imporre l'ossatura della sua riforma costituzionale (processo morto; nomine dei procuratori per sorteggio dagli elenchi dei pizzaioli nazionali e limite di servizio a quattro mesi non retribuiti; riconferma diretta del presidente del consiglio attraverso ballottaggio con una personalità dell'opposizione da lui prescelta; soppressione della carica di presidente della Repubblica con mezzi incruenti; chiusura delle scuole pubbliche e istituzione di lezioni uniche sul digitale terrestre; riduzione del parlamento ai capigruppo dei due poli, ove quello di maggioranza ha un voto in più; nomina di tutti gli associati a Cosa Nostra da più di vent'anni a cavalieri del lavoro).

Il "piano B" consiste nel trovare un paese amico, accogliente per il clima sia atmosferico che muliebre, che lo possa ospitare e che non abbia uno spregevole ossequio per i trattati internazionali, quali leggi sull'estradizione e sul riciclaggio di denaro sporco. Fino a poco tempo fa il paese più gradito era la Libia, abbastanza vicina per favorire un rapido ritorno in patria in testa a una flottiglia di panfili di evasori padani, nel caso le acque giudiziarie tornassero un giorno a calmarsi. Ma lui non sopporta di passare per numero due, e da quando Gheddafi gli ha radunato sotto il naso un gregge di 250 squinzie peninsulari over 1,70 m al prezzo di soli 60 euro a testa per una notte di chiacchiere sull'Islam (mentre a lui tocca scucire gettoni da mille euri per rintronare le escort con il racconto dei suoi G8), la Libia gli sembra un pollaio troppo angusto per lui e l'amico beduino.

Ultimamente stava crescendo il suo interesse per il Brasile, che oltre a essere una fabbrica naturale di gnocche e gnocchi assortiti, ha anche dimostrato di riuscire a nutrire simpatie politiche per i criminali comuni italiani. Ma il destino gli ha messo davanti un'altra Corte Costituzionale, che ha concesso l'estradizione dell'antiredentista Cesare Battisti, creando per lui uno scomodo precedente. Così, mentre tiene d'occhio le prossime mosse di Lula, non smette di cercare sul mappamondo. Per ultimo è finito fra gli emiri sauditi, a tastare il terreno giuridico del deserto.

La gita in Arabia mi ha regalato un po' di respiro, ma dopo due giorni lui era di nuovo qui. Anzi, ha perfino organizzato una colazione con alcuni dei suoi più finti assecondatori senza nemmeno consultarmi. È stata una noia vederlo strapazzare una volta di più il suo servo spellicciato, e rinfacciargli la sua nullità di mero prestanome passacarte. Dopo la scenata gli altri hanno continuato a sorseggiare il caffè in silenzio, lo sguardo fisso sul piattino, e io mi chiedevo quali di quelle facce meste avrei rivisto ancora a casa mia.

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